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CDT sangue (sierico)

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Qual’é il significato del CDT sierico ?

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Il CDT è una sigla che indica Carbohydrate Deficient Transferrin, che significa transferrina desialata, una glicoproteina sierica il cui ruolo è quello di trasportare il ferro.

Questa macromolecola proteica è deficitaria di alcune catene glucidiche nelle persone che assumono eccessive quantità di bevande alcoliche, motivo per cui essa viene impiegata come marker nei confronto degli alcolisti.

Grazie ad uno specifico meccanismo d’azione, riconducibile alla sua struttura, essa si comporta da marcatore estremamente attendibile e dotato di elevata specificità.

Il presupposto che consente di utilizzare il CDT in ambito laboratoristico si ricollega alla sua attività patogenetica derivante dall’inibizione della glicosilazione proteica indotta dall’etanolo (alcol etilico).

cdt sangue valori normali

Si è infatti notato che questa glicoproteina aumenta la sua concentrazione ematica in quantità pari a 60 grammi al giorno in caso di consumo di bevande alcoliche, mantenendo inalterati questi valori per almeno 7/10 giorni.

Soltanto dopo 3 settimane gli indici ritornano nella norma, a condizione che venga sospeso il consumo di alcol, quindi su soggetti astinenti.

Il significato del CDT sierico è dunque collegato alla sua notevole specificità in ambito diagnostico di alcool nel sangue, un’evidenza che ha consentito di privilegiare questo test rispetto a indagini molto più generiche riguardo allo stato del fegato oppure a test ematici rivolti unicamente all’emocromo.

Il CDT viene considerato un marker tossicologico particolarmente affidabile anche perché la sua presenza viene segnalata senza margine di dubbio.

La sua struttura comprende una singola catena polipeptidica al cui gruppo azotato sono legate due catene polisaccaridiche, dalle quali deriva la denominazione di glicoproteina.

Tali catene glucidiche si presentano ramificate e hanno un residuo terminale di acido sialico; in caso di alcolismo, i residui sialici vengono eliminati per ottenere una forma proteica a-sialica.

Il test CDT trova quindi largo impiego sia su soggetti abituati a un abuso cronico di bevande alcoliche sia su pazienti sottoposti a trattamenti di disintossicazione, sui quali sia necessario monitorare l’andamento della terapia e lo smaltimento alcol nel sangue.

Correlazione tra CDT sierico e alcolismo

L’alcolismo è una patologia cronica strettamente correlata alla dipendenza dall’alcol, una sostanza classificata come “non nutriente” anche se dotata di una notevole funzione calorica indiretta.

L’organismo è progettato per metabolizzare l’etanolo in piccole quantità e pertanto in tutti i casi in cui esso è invece consumato abbondantemente e per lungo tempo, i meccanismi biochimici vengono modificati determinando una vera e propria dipendenza biologica dalla sostanza.

In condizioni fisiologiche, l’etanolo introdotto con le bevande viene convertito, a livello epatico, in acidi grassi con scopi energetici, tenendo conto che esso produce 7 calorie per grammo.

Quando viene assunto in quantità superiori a quelle potenzialmente metabolizzabili, l’alcol determina nel breve termine delle conseguenze psicotrope di notevole impatto e nel lungo termine causa una reale tossicodipendenza.

La sua tossicità, che soltanto raramente si rivela fatale, è comunque in grado di compromettere la qualità della vita, deteriorando la salute in maniera tale da alterare progressivamente la funzionalità di tutti gli organi.

Per valutare la potenziale tossicità dell’etanolo di norma ci si riferisce al grado alcolico delle bevande; se esse hanno una gradazione pari a 12 significa che la concentrazione alcolica è pari a 12 millilitri su 100 millilitri di prodotto, secondo la formula: 12% = 12 ml/100 ml.

Da qui è possibile ricavare anche la quantità alcolica in grammi, moltiplicando la gradazione per la densità dell’etanolo (che corrisponde a 0,79 grammi).

Se assunto a dosi elevate, l’alcol deve essere considerato come una vera e propria droga, dotata di attività tossica per l’intero organismo, in quanto esso viene metabolizzato con l’unico scopo di venire eliminato.

In caso di alcolismo, il soggetto introduce quantitativi di alcol superiori alla soglia fisiologica della sua eliminazione e quindi la sostanza si accumula nel corpo iniziando a provocare effetti avversi.

Non avendo nessuna valenza dal punto di vista nutrizionale, l’etanolo fornisce soltanto calorie vuote e dannose.

Il suo effetto bifasico è strettamente dipendente dal dosaggio: infatti a dosi basse l’etanolo produce effetti euforizzanti, mentre a dosaggi elevati si trasforma in sostanza deprimente.

Questo comportamento ambivalente dipende dalle sue proprietà nervine che coinvolgono la funzione del sistema nervoso centrale.

Effetti dell’alcolismo

Encefalo

L’etanolo agisce sui collegamenti neuronali a livello sinaptico modificando la percezione della realtà oggettiva e impedendo la formazione di ragionamenti lucidi e coordinati.

Apparato cardio-circolatorio

Il cuore viene notevolmente danneggiato dall’eccessiva assunzione di alcol in quanto può causare una cardiopatia secondaria all’abuso, con miopatia dilatatoria, aritmie e ipertensione arteriosa di rimbalzo.

Fegato

L’alcol viene metabolizzato soprattutto a livello epatico, provocando l’insorgenza di steatosi alcolica (fegato grasso), fibrosi che può evolvere in cirrosi ed epatite alcolica acuta.

Pancreas

L’alcolismo è uno dei principali fattori predisponenti alla pancreatite, consistente nell’infiammazione dell’organo che, se non curata tempestivamente, può essere fatale.

Oltre a questi distretti corporei, l’etanolo provoca un aumento della probabilità di sviluppare neoplasie all’apparato digerente (bocca, esofago, stomaco e fegato) e, nella popolazione femminile, alla mammella.

Il sistema immunitario viene indebolito da un consumo eccessivo di bevande alcoliche, così come lo stato metabolico globale risente negativamente di questa condizione.

Durante la gravidanza, la gestante che assume etanolo a dosaggi superiori a quelli consentiti, mette in serio pericolo l’embrione che può sviluppare la sindrome alcolica fetale.

Dosaggio dell’alcolemia: alcool analisi del sangue

Il dosaggio dell’alcolemia si rivela un’analisi di estrema rilevanza per collegare le conseguenze sia fisiche sia comportamentali alla sua concentrazione ematica.

– valori tra 0,2 e 0,4 g/l
loquacità eccessiva e lieve euforia, iniziale in-coordinamento motorio, perdita della concentrazione;

– valori tra 0,5 e 0,8 g/l
limitazione della capacità percettiva, mancanza di coordinazione motoria, guida pericolosa;

– valori tra 0,8 e 1,0 g/l
evidente ritardo dei tempi di reazione;

– valori tra 1,0 e 2,0 g/l
in-coordinamento motorio con atassia, difficoltà nel parlare (disartria) e perdita della facoltà di giudizio;

– valori tra 2,0 e 4,0 g/l
profonda ubriachezza, disorientamento, confusione mentale, dilatazione pupillare (midriasi), perdita dell’equilibrio, nausea e vomito;

– valori tra 4,0 e 5,0 g/l
coma alcolico, ipotensione arteriosa, ipotermia, ipoventilazione, probabile decesso.

Tenendo conto che la soglia alcolemica consentita per la guida corrisponde a un valore di 0.5 g/l, è facile intuire come i livelli di etanolo potenzialmente dannosi siano molto bassi e che i rischi collegati ad un loro innalzamento si presentino estremamente pericolosi.

Dosaggio del CDT sierico

Le analisi del sangue rappresentano un utile supporto per diagnosticare l’alcolismo, ma non hanno un valore assoluto in quanto devono comunque essere integrate con altre indagini cliniche, con l’anamnesi del paziente e con l’esame obiettivo della sintomatologia.

I marcatori comunemente utilizzati per questo tipo di indagini sono gamma-GT (gamma-glutamil-transpeptidasi) e ALT (alanina-amino-transferasi) che sono due indici per la funzionalità epatica.

La valutazione del volume globulare medio (VGM) degli eritrociti è un altro esame solitamente indicato per identificare la presenza di globuli rossi più grandi del normale, caratteristici dei bevitori, che sono spesso affetti da macrocitosi.

La transferrina desialata (CDT) è un marker abitualmente impiegato per la determinazione dell’alcolemia sierica, dato che è soggetta a un aumento di concentrazione quando il consumo quotidiano di alcol supera il limite di 60 grammi, corrispondente a circa 800 millilitri di vino con gradazione media, assunto per almeno 20 giorni consecutivi.

I valori di questo marcatore tendono a normalizzarsi entro 4 settimane dal momento di sospensione del consumo di etanolo.

Questa molecola, il cui ruolo fisiologico è quello di trasportare il ferro, riveste un significato diagnostico più specifico rispetto a gamma-GT e ALT poiché il suo meccanismo d’azione viene maggiormente compromesso da elevate concentrazione di alcol.

transferrina desialata valori normali  

In condizioni fisiologiche il suo range non deve superare la soglia di 2,5%, mentre i valori degli altri marker sono:
– gamma-GT: 5-36 milliunità su millilitro per l’uomo
4-23 mU/ml per la donna
– GOT: 0-29 mU/ml
– ALT: 0-30 mU/ml
– VGM: 80-95.

Interpretazione dei risultati

Il dosaggio di CDT sierico viene effettuato su un campione di sangue venoso prelevato dal paziente che deve avere osservato un digiuno da almeno otto ore.

Nella valutazione dei dati ottenuti è necessario tenere presente che esistono varianti genetiche di transferrina in grado di mascherare le glicoforme desialate, impedendo quindi la reale quantificazione della CDT.

Bisogna pertanto che siano utilizzate metodiche analitiche capaci di discriminare tali situazioni, impedendo la comparsa di falsi positivi.

Le procedure di laboratorio solitamente fanno ricorso all’elettroforesi, una tecnica con ottimi margini di specificità che si basa sul movimento delle glicoproteine all’interno dello spettro fotometrico.

Le catene carboidratiche terminanti con acido sialico sono responsabili della micro-eterogeneità della molecola, condizionandone il comportamento biochimico.

La diminuzione dei residui di acido sialico è la causa della differente migrazione elettroforetica che, in presenza di elevati tassi alcolemici, presenta un picco minore rispetto a quello della transferrina normale.

Il CDT sierico viene refertato in pazienti il cui consumo alcolico sia superiore a 80 grammi al giorno per almeno due settimane, in modo tale da consentire una visualizzazione di dati significativi.

L’elevata bio-specificità di questa molecola consente di effettuare test seriali distanziati anche da un breve intervallo di tempo, allo scopo di monitorare l’andamento della sua concentrazione che deve diminuire progressivamente se e soltanto se il soggetto si astiene dall’assunzione di etanolo.

Questa analisi viene richiesta su specifica indicazione del medico sia per evidenziare un tasso alcolico elevato sia per seguire le sue variazioni nel tempo, in seguito a sospensione del consumo.

durata alcol nel sangue  x

Una domanda importante che molti ci fanno è li  xl’alcool quanto rimane nel sangue?

Innanzitutto, la durata cambia a seconda che si beva a stomaco vuoto o dopo i pasti: nel primo caso, infatti, la concentrazione massima si ottiene entro 35 o 50 minuti, mentre la digestione rallenta il processo, dilatando i tempi fino a 60 o 90 minuti.

Ciò significa che, in quel momento, il corpo si trova nello stato di maggiore “ubriachezza”, ovvero di intossicazione alcolica.

Per quanto tempo, tuttavia, la concentrazione rimane tale?

Una volta raggiunto il picco, l’organismo comincia a metabolizzare la sostanza e, dunque, ad espellerla: la velocità del tempo per smaltire l’alcol, comunque, dipende da vari fattori, come il sesso del soggetto (studi scientifici confermano che il corpo femminile è meno “efficiente” di quello maschile nel ridurre le quantità di alcol presenti nel sangue).

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