I vaccini per far fronte al tanto temuto Covid 19 sono pronti a essere somministrati alla popolazione italiana.
Scopriamo tutto quello che bisogna conoscere in merito a questa soluzione, come questa agisce e chi può richiedere la somministrazione di questo rimedio per combattere il tanto temuto male.
Cosa si intende per il vaccino Covid?

Attualmente, quando si parla del vaccino anti Covid 19, si fa riferimento a quello mRNA BNTI62b2, il quale viene definito per semplice comodità con il nome Comirnaty, il quale ha l’obiettivo di evitare che la patologia possa colpire un soggetto di età pari o superiore ai sedici anni.
Questa funzione viene attivata mediante una molecola inserita nello stesso vaccino, la quale ha l’obiettivo di offrire un’informazione precisa all’organismo di chi viene vaccinato, ovvero la produzione di una proteina che ha il compito di combattere in maniera efficace il virus.
Grazie a questo semplice elemento, quindi, si ha la possibilità di essere protetti.
Ovviamente occorre capire anche come funzioni nello specifico il vaccino e tutte le altre informazioni in merito,
Come funziona, nello specifico, il vaccino anticovid?
Questo rimedio per la protezione dal Covid 19 è stato studiato prendendo in considerazione il funzionamento della proteina che infetta l’organismo e permette alla patologia di colpire il sistema immunitario di chi viene contagiato.
La proteina Spike, così come è stata definita, appartiene al virus Sars Cov 19 e una volta entrato a contatto con la pelle di una persona sana, inizia a indebolire tutte le cellule del sistema immunitario.
Quando questo accade, chi viene colpito dal Covid si ritrova con le difese immunitarie abbassate e questo non permette all’organismo di produrre tutti gli anticorpi necessari per combattere tempestivamente le sostanze infettive.
Successivamente, il virus ha tutto il tempo di riprodursi all’interno dell’organismo della persona infettata, quindi la situazione peggiora con il passare del tempo, specialmente se non si interviene in tempistiche immediate.
Il vaccino anticovid ha l’obiettivo di stimolare l’organismo a offrire una risposta rapida mediante il sistema immunitario.
La proteina Spike non viene immessa direttamente nell’organismo della persona sana ma, al contrario, sono contenute diverse proteine che hanno il compito di produrre anticorpi, proteine e altre sostanze che permettono a una persona sana di avere i giusti sistemi difensivi per evitare che il virus del Covid possa avere vita facile e intaccare il sistema immunitario di una persona.
Grazie al vaccino, quindi, la proteina che permette al virus di espandersi nell’organismo di una persona sana viene immediatamente bloccata, evitando quindi che i sintomi e i danni all’organismo provocati dal virus possano essere una delle conseguenze dell’infezione.
Cosa contiene il vaccino per proteggersi dal Covid 19?
In molti hanno sostenuto che i vaccini preparati dai medici esperti contenessero una parte del virus e che, di conseguenza, una persona rischia di contrarre il malanno dopo essersi fatta vaccinare.
Ebbene questa è un’informazione completamente errata inserita principalmente online dopo la morte di alcune persone in Inghilterra che, dopo essersi sottoposte alla vaccinazione, sono passate a miglior vita.
Oltre al messaggero contenuto nel vaccino, la soluzione è composta da cloruro di sodio e di potassio, acqua, colesterolo e altre sostanze che hanno uno scopo ben preciso, ovvero quello di stimolare l’organismo nella fase di produzione degli anticorpi per combattere la patologia.
Pertanto nessuna parte del virus è stata inserita nella soluzione studiata accuratamente in laboratorio dai massimi esperti in medicina e questo smentisce completamente la teoria secondo la quale una persona sana che decide di effettuare il vaccino rischia di contrarre il virus e andare incontro a tutte quelle complicanze che derivano dalla patologia stessa.
Come avviene la vaccinazione?
In Italia la vaccinazione avviene in due fasi simili tra di loro, le quali sono intervallate da 21 giorni di distanza tra di loro.
Questo per offrire all’organismo una protezione completa e la sicurezza che l’RNA messaggero contenuto in questa soluzione possa inviare tutte le informazioni fondamentali all’organismo di chi vuole prevenire di essere contagiato.
Nei centri medici dove questo vaccino viene somministrato, il paziente viene sottoposto a un’iniezione che avviene direttamente nel muscolo superiore del braccio, zona del corpo dove vengono effettuati gli altri vaccini.
La procedura richiede pochi minuti e al termine della prima iniezione, il paziente viene registrato nel centro dove ha effettuato questa procedura: dopo 21 giorni il medesimo si deve presentare nuovamente presso il centro stesso, dove verrà svolta la seconda vaccinazione.
Questa sarà preceduta da un controllo per valutare se la prima vaccinazione ha prodotto degli effetti positivi o collaterali, analizzando quindi la situazione del paziente prima che questo venga sottoposto alla seconda iniezione.
Questo vaccino funziona realmente?
Una delle domande che la popolazione italiana si sta ponendo in merito a questo vaccino consiste nel capire se effettivamente questa soluzione sia realmente efficace.
Per prima cosa occorre stabilire se già dalla prima vaccinazione si ha una protezione totale contro il virus.
In base ai vari test che sono stati svolti sulle persone che si sono sottoposte a entrambe le vaccinazioni, ovvero alla prima e a quella che viene seguita dopo 21 giorni, è stato constatato come questa soluzione abbia la sua massima efficacia solo ed esclusivamente dopo una settimana circa dalla seconda iniezione.
I campioni che hanno deciso di sottoporsi a questo rimedio sono stati definiti immuni solo in questa circostanza, pertanto dopo la prima vaccinazione è importante adottare tutte le diverse misure preventive, ovvero indossare la mascherina e i guanti anche dopo l’iniezione.
Stesso discorso per quanto riguarda il secondo vaccino, il quale ha effetto solamente dopo 7 giorni circa: queste sono le tempistiche che, generalmente, si sono riscontrate nelle persone che hanno deciso di vaccinarsi.
Occorre ovviamente sottolineare come esistono anche diversi casi di immunità al Covid 19 raggiunta dopo la prima vaccinazione ma i medici che hanno somministrato questo rimedio hanno sostenuto che mantenere la massima prudenza dopo la prima vaccinazione è la soluzione ideale da adottare per evitare potenziali complicanze e il contagio.
Il 95% delle persone che hanno effettuato questo vaccino sono divenute immuni, quindi il virus tanto temuto non ha avuto alcun impatto negativo sulle condizioni di salute delle persone che hanno deciso di sottoporsi a questa procedura.
Quanto dura la protezione dei vaccini Covid?
Secondo quanto riportato dai medici che hanno effettuato i vari test, non vi è una durata ben precisa del vaccino, ovvero non è stata data una longevità universale.
Questo per il semplice motivo che i pazienti che hanno effettuato il vaccino sono stati controllati, con ripetuti test nel corso dei mesi scorsi, per un lasso di tempo troppo breve che non ha permesso di stabilire quale fosse la massima durata della sostanza immessa nell’organismo mediante iniezione.
Per ora gli esperti hanno stimato una durata variabile compresa tra i nove e i dodici mesi e pertanto è facilmente intuibile come, almeno per ora, il vaccino anti Covid 19 è ancora in via sperimentale e pertanto non si è di fronte a un rimedio definitivo che permette di far fronte a questo particolare virus.
Nemmeno l’obbligo di richiamo è stato reso noto ma vista la durata della sostanza, è facilmente intuibile come almeno per ora la vaccinazione debba essere ripetuta per garantire al proprio organismo una protezione totale.
Come è suggerito comportarsi dopo la vaccinazione?
Un altro quesito importante che riguarda questo vaccino riguarda l’interazione tra persone che hanno deciso di effettuare questa procedura e chi, invece, non ha ancora avuto l’occasione di effettuare il vaccino.
In molti si sono chiesti se dopo la seconda iniezione e la settimana d’attesa è possibile avere nuovamente una vita sociale attiva, frequentando le altre persone e ritornando ad avere rapporti umani come di consuetudine.
Gli esperti hanno voluto sostenere come non vi sia ancora un responso ufficiale in merito al rapporto tra persone vaccinate e non e trasmissione del virus, ovvero non è certo che le persone che hanno effettuato il vaccino siano totalmente immuni a un eventuale contagio oppure se queste, una volta contratto il virus ed essendo asintomatici, possono contagiarlo a chi invece non ha effettuato le due iniezioni.
Proprio considerando questi aspetti i medici hanno sostenuto come, anche dopo il vaccino, sia consigliato evitare di adottare comportamenti che violano le diverse normative di sicurezza imposte dal Governo.
Pertanto, anche dopo il vaccino, è importante proseguire con il mantenimento delle distanze sociali e l’adozione di tutte le altre misure preventive atte a evitare che il virus possa essere involontariamente trasmesso alle diverse persone.
Pertanto è necessario prevenire questo genere di situazione che potrebbe peggiorare la condizione di salute generale della popolazione italiana.
Questo almeno fino a che i medici esperti che hanno creato questo antivirus non svolgano dei controlli specifici sulla composizione del composto e rilascino una comunicazione ufficiale che specifica questo punto particolare in merito ai vaccini stessi.
Il vaccino ha effetti indesiderati?
Ma quando viene effettuato il vaccino si va incontro a delle situazioni impreviste, ovvero a complicanze di salute di vario genere?
Dopo aver somministrato la soluzione per combattere il Covid 19, gli esperti della sanità hanno identificato quelli che vengono definiti come potenziali sintomi derivanti dall’iniezione, i quali sono stati suddivisi in due gruppi specifici, ovvero lievi e gravi.
Per quanto riguarda le conseguenze negative lievi dopo la vaccinazione, quella maggiormente frequente è stata una leggera infiammazione della zona dove è stata svolta l’iniezione, che potrebbe gonfiarsi leggermente.
A questo sintomi viene affiancato un leggero mal di testa e una sensazione di spossatezza, tipica dei classici vaccini.
Solo in rari casi questi sintomi peggiorano in maniera evidente.
Esistono però dei casi nei quali i sintomi del vaccino sono stati abbastanza evidenti e maggiormente fastidiosi e tra di essi spicca l’ingrossamento della ghiandola linfatica oppure una sensazione di malessere generale che spesso colpisce l’intero organismo.
Ovviamente occorre sottolineare come si tratti di qualche reazione collaterale, così come gli sfoghi cutanei, che si possono palesare in determinati casi, ovvero quando il paziente soffre di determinate allergie.
Anche in questa circostanza è importante sottolineare come non ci si debba allarmare eccessivamente qualora tale situazione si viene a palesare, in quanto si tratta di una situazione che può essere facilmente rimediata grazie a un periodo di riposo.
I medici hanno comunque sostenuto come i vaccini verranno somministrati dopo che il paziente ha svolto determinati controlli proprio per capire e valutare quali possono essere le diverse conseguenze che si possono palesare dopo la vaccinazione.
Le fasi della vaccinazione
Le fasi della vaccinazione vengono strutturate in tre parti, ognuna delle quali vede protagonisti dei soggetti differenti tra di loro e allo stesso tempo le modalità di richiesta per effettuare il vaccino sono totalmente differenti.
Pertanto occorre sapere esattamente in quale fase rientra una persona in maniera tale che si possa prendere parte al programma di vaccinazione senza riscontrare delle potenziali problematiche.
La fase 1 della vaccinazione
La fase uno della vaccinazione in Italia è quella che vede protagonisti i soggetti che vengono definiti come maggiormente a rischio.
In questo caso si parla del personale delle strutture ospedaliere, il quale è costantemente a contatto con i vari pazienti, sia in terapia intensiva sia in fase di cura o controllo.
Gli operatori socio sanitari, così come le persone che operano presso le case di riposo o strutture mediche private, così come tutte le altre persone che rivestono un ruolo nella sanità, sono soggette alla fase 1.
Questa prevede che una delle persone che opera in questo settore si sottoponga alla vaccinazione semplicemente recandosi in farmacia oppure presso uno dei punti di raccolta dei dati dove è possibile prenotarsi alla visita di controllo e successivamente alla somministrazione della sostanza per combattere il Coronavirus.
Le persone che rientrano in questa categoria verranno poi contattate per sottoporsi all’iniezione e successivamente presenzia nel momento in cui deve essere effettuato il vaccino di richiamo dopo i ventuno giorni.
Pertanto la prima categoria che potrà vaccinarsi prima delle altre due tipologie di soggetti.
La fase 2 della vaccinazione
Nella fase 2 della vaccinazione, invece, rientrano tutte le persone anziane comprese in due fasce d’età, ovvero quelle che hanno un’età a partire dagli ottanta anni e superiore e successivamente a sottoporsi alla vaccinazione sono le persone che hanno un massimo di ottanta anni fino al minimo di sessanta.
Pertanto occorre sottolineare come questo genere di persone potrà scegliere se vaccinarsi o meno e quindi prevenire che le eventuali patologie che si hanno possano essere aggravate dal Covid 19.
Qualora una persona appartenente a una delle due categorie fosse ospite in una casa di cura oppure altra struttura apposita per tali soggetti, deve essere il personale medico a richiedere la vaccinazione ovviamente su richiesta dell’ospite.
La raccolta delle firme e dei consensi deve essere effettuata da parte del personale, facendo in modo che tutti i nomi delle persone possano essere segnati e successivamente gli ospiti vengano contattati per sottoporsi alla vaccinazione.
In questa seconda fase, prevista dal Governo, vi sono anche tutte le persone che soffrono di patologie gravi che, come detto prima, possono essere aggravate dal Covid 19.
Pertanto chi soffre di polmonite o problemi polmonari, ma non solo, potrà richiedere questo vaccino ed evitare che ci possano essere delle complicanze, dettaglio importante da non sottovalutare.
Pertanto nella fase 2 sono le persone anziane e chi soffre di determinate patologie a potersi vaccinare e quindi evitare che il virus possa mietere vittime.
La terza fase della vaccinazione
Infine, almeno per ora, le persone che possono vaccinarsi e quindi avere l’occasione di combattere il Covid ed evitare di essere esposti a questo problema sono tutte le persone che operano negli ambienti scolastici.
Questo vuol dire che docenti, bidelli, segretari e tutto il resto dello staff scolastico potrà sottoporsi alla vaccinazione.
Per quanto riguarda i bambini, invece, per ora il vaccino per i piccini o gli adolescenti sotto i 16 non è ancora stato realizzato e non è in programma ma sicuramente anche questa soluzione presto verrà creata per evitare che i contagi, anche in questa circostanza, possano essere presenti.
Come nei due casi precedenti, occorre sottolineare come il personale scolastico deve prenotarsi per la vaccinazione e quindi evitare che la diffusione del virus possa avvenire presso queste strutture, pubbliche o private.
Il vaccino per gli altri soggetti
Per tutti gli altri soggetti, almeno fino a ora, non è stato ideato alcun piano per le vaccinazioni.
In questo caso occorre attendere che il Governo e la sanità si adoperino affinché la vaccinazione possa essere estesa alle altre persone che non rientrano in una delle categorie prima citate.
Pertanto occorre ancora attendere prima che il vaccino per combattere il Covid diventi disponibile per tutte quelle persone che vogliono evitare di essere esposti ai potenziali contagi.
Ecco quindi tutto quello che occorre conoscere del vaccino per il Covid 19, soluzione che potrebbe presto debellare definitivamente questo particolare problema che ha caratterizzato tutto l’anno 2020 in maniera abbastanza negativa.