Che cos’é l’acido folico ?

acido folico vitamina b9

I folati, comprendenti un gruppo di composti identificabili come acido folico, sono vitamine appartenenti al gruppo B, che svolgono un ruolo fondamentale per la vita dell’organismo.

Si tratta di molecole idrosolubili che mostrano una notevole affinità con il mezzo acquoso e che quindi possono essere trasportate nel sangue senza la necessità di carrier specifici.

Caratterizzato da un basso peso molecolare, l’acido folico è necessario alla sussistenza dell’individuo, che comunque necessita di un dosaggio di pochi microgrammi al giorno.

Trattandosi di un composto termolabile, esso viene deteriorato irreversibilmente dalla cottura e pertanto dovrebbe venire assunto con alimenti crudi.

In relazione alla sua estrema sensibilità ai composti chimici di vario genere, l’acido folico perde del tutto le sue proprietà terapeutiche quando si trova a contatto con alcuni principi farmacologici, come gli anticonvulsivsanti e gli anticoncezionali.

Esso non viene denaturato dalla luce e neppure dagli stress ossidativi, probabilmente in conseguenza del fatto che, trovandosi in molte verdure a foglia verde, si sviluppa in ambienti esterni dove sono presenti radiazioni solari.

Grazie alla sue proprietà di controllo sul metabolismo, la molecola non rappresenta un substrato plastico né energetico, ma soltanto bioregolatore su numerose reazioni biochimiche dell’organismo.

La sua struttura è di tipo co-enzimatico, finalizzata a prendere parte ai processi vitali non come parte diretta ma come co-fattore di regolazione.

Essendo dotato di elevata specificità, l’acido folico è in grado di svolgere unicamente il suo ruolo metabolico assolutamente insostituibile e pertanto non può essere rimpiazzato da altre vitamine.

Acido folico a cosa serve

Il suo compito indispensabile all’organismo è quello di controllare la sintesi degli acidi nucleici, che sono molecole fondamentali per la sintesi di tutte le strutture viventi.

Gli acidi nucleici, che sono il DNA (Acido Desossiribonucleico) e l’RNA (Acido Ribonucleico), si trovano nel nucleo delle cellule e costituiscono la componente genetica dell’organismo.

Il ruolo dei folati è anche collegato al trasporto di numerose molecole monocarboniose, contenenti un solo atomo di carbonio, e facenti parte della maggior parte dei composti metabolici.

Una funzione di estrema rilevanza di questo composto è riconducibile alla produzione degli eritrociti (globuli rossi) e dei leucociti (globuli bianchi), collegandosi quindi al trasporto dell’ossigeno a livello dei tessuti e alla risposta immunitaria.

Si tratta dunque di una molecola essenziale per la vita che, grazie alla sua specificità biologica, assicura un controllo di alto livello assolutamente insostituibile.

Dove si trova l’acido folico ?

L’acido folico detto anche vitamina b9 si trova soprattutto negli alimenti di origine vegetale, nel lievito di birra, oltre che nelle frattaglie e nel fegato degli animali.
La sua denominazione “folico” si riferisce appunto alle foglie, che sono il substrato in cui principalmente esso si accumula.

Dato che questi alimenti molto spesso subiscono procedimenti di cottura (nessuno si nutre di frattaglie crude), esso va incontro a un deterioramento strutturale che ne altera la funzionalità, rendendolo inattivo.

Fortunatamente il composto è contenuto anche in cibi che vengono consumati crudi, come gli agrumi, gli ortaggi a foglia verde, i pomodori e numerosi legumi, che comunque non devono essere cotti per lungo tempo.

Trattandosi di un elemento estremamente delicato, l’acido folico può venire assorbito con grande difficoltà dalle cellule intestinali, soprattutto in presenza di alcuni nutrienti che inibiscono l’azione dell’enzima folato-idrolasi, responsabile della sua bio-disponibilità.

Inoltre è necessario ricordare che esso, dopo essere stato introdotto con il regime dietetico, raggiunge l’intestino in forma inattiva, che viene idrolizzata appunto dall’enzima folato-idrolasi, responsabile della sua attivazione metabolica.

A livello dell’intestino tenue, e precisamente nel digiuno, la forma bio-disponibile di acido folico entra in azione secondo un processo di diffusione passiva, il cui assorbimento è condizionato dal pH che non deve superare il valore di 6.

Dopo essere stato assorbito dall’intestino, esso passa alle cellule epatiche dove viene trasformato in acido folinico che può essere distribuito nel corpo oppure immagazzinato come deposito.

L’apporto nutrizionale di questa molecola è quindi piuttosto limitato o addirittura assente quando il soggetto non si nutre con determinati alimenti, che non sono molti e che soprattutto non devono essere sottoposti a cottura.

Il suo fabbisogno si diversifica in rapporto al sesso, all’età e allo stile di vita delle persone; fino a 17 anni si stima che la quantità di acido folico raccomandata sia compresa tra 50 e 200 microgrammi al giorno, mentre nell’adulto è consigliabile che superi 200 microgrammi.

Acido folico in gravidanza

Nella donna in gravidanza, il suo apporto deve essere quasi raddoppiato, in quanto la dose necessaria sia durante i nove mesi di gestazione sia soprattutto durante l’allattamento corrisponde a oltre 400 microgrammi al giorno.

Secondo le più recenti linee guida relative ad alcune ricerche scientifiche sulle LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti), la popolazione italiana assume dosi di acido folico mediamente inferiori a quelle raccomandate, soprattutto nella terza età.

Acido folico controindicazioni

Carenza di acido folico

Una carente assunzione di acido folico può avere numerose conseguenze sulla salute dell’individuo in quanto, trattandosi di cofattore enzimatico, esso partecipa alla maggior parte delle reazioni biochimiche dell’organismo.

Innanzitutto si verifica una diminuzione nella sintesi degli acidi nucleici, con conseguenze ad ampio spettro sull’intero metabolismo delle cellule, ma in particolare su quelle del midollo osseo, che diminuiscono notevolmente la loro replicazione.

Come conseguenza si verifica una nociva compromissione dell’ematocrito, che indica il rapporto tra la parte corpuscolata del sangue (leucociti, eritrociti e piastrine) e plasma.

Una patologia che spesso si manifesta in tali condizioni è l’anemia megaloblastica, causata da una insufficiente produzione di cellule ematiche che, soprattutto durante la gravidanza, può avere conseguenze molto serie.

Questa condizione morbosa, infatti, è la causa di malformazioni strutturali sul nascituro, che in alcuni casi possono portare anche ad anencefalia (mancato sviluppo del cervello) oppure spina bifida (grave anomalia della colonna vertebrale).

Pertanto tutti i protocolli di terapia preventiva raccomandano alla gestante una supplementazione di acido folico durante tutta la gravidanza.

Bisogna inoltre ricordare che alcune forme morbose, come la celiachia, oppure l’assunzione eccessiva di bevande alcoliche possono ostacolare l’assorbimento di questa molecola.

Eccesso di acido folico

Un eccesso di acido folico non sembra provocare nessuna conseguenza, anche se gli studi epidemiologici si sono limitati ad analizzare dosaggi fino a 5 microgrammi al giorno (considerate sicure).

Dosi massicce di questo composto di solito tendono a mascherare una carenza di vitamina B12, una molecola indispensabile alla sopravvivenza; per questo motivo è opportuno non superare mai la sua soglia massima consentita.

I rischi maggiori sono quelli relativi ai regimi dietetici vegetariani oppure vegani, che si riferiscono alla possibile insorgenza di disordini metabolici anche di notevole entità.

Un deficit protratto di vitamina B12 (occultato dall’eccesso di acido folico) si traduce in lesioni al midollo spinale, comprendenti anche la degenerazione irreversibile dei cordoni posteriori, con insorgenza di alterazioni della sensibilità, parestesie e disturbi motori.

Il rischio di tossicità prodotto da un eccessivo apporto di acido folico resta ridotto, soprattutto perché questo composto non è facilmente reperibile negli alimenti.

L’upper limit è stato quantificato in un valore di 1000 microgrammi al giorno, considerando sia la quota alimentare che quella derivante dall’assunzione di eventuali integratori alimentari.

Pertanto è necessario non abusare di integrazioni alimentari sconsiderate e impostate secondo metodi “fai da te” perché mai come per questa molecola è necessario seguire specifici protocolli.

Analisi dell’acido folico

Da quanto esposto si deduce quale sia l’importanza di mantenere la concentrazione di acido folico entro i limiti fisiologici.

La sua determinazione quantitativa viene effettuata mediante un semplice prelievo ematico e rientra negli schemi di controllo dell’assetto metabolico.

Non è un esame di routine in quanto viene prescritto soltanto quando ci siano delle condizioni predisponenti all’insorgenza dei disturbi collegati alla sua alterazione.

Quindi si effettua sempre durante i nove mesi di gestazione e in tutti gli altri casi in cui sia presente una sintomatologia che faccia sospettare il suo coinvolgimento.

Solitamente l’analisi viene associata a quella della vitamina B12 in quanto la loro attività si mostra sinergica ai fini metabolici.

Il prelievo avviene in vena su pazienti a digiuno da almeno 12 ore e che non abbiano assunto integratori negli ultimi giorni precedenti all’esame.

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Sintomi della carenza di acido folico

Nei casi carenziali di acido folico iunsorge una sintomatologia dapprima aspecifica, ma che nel tempo tende a caretterizzare sempre più decisamente il disturbo.

– Apatia e stanchezza, associate ad astenia generalizzata.
– Difficoltà mnemoniche e comunicative.
– Mancanza di coordinazione motoria.
– Ulcerazioni delle mucose.
– Anemia megaloblastica e macrocitica.
– Ritardi nella crescita.
– Coinvolgimento gastro-intestinale.

Alcune specie batteriche presenti nell’intestino sotto forma di flora simbionte (bioma) sono in grado di sintetizzare piccole quote di acido folico che di solito vengono riassorbite.

Una qualsiasi alterazione funzionale del bioma può quindi essere associata alla carenza di folati, soprattutto in seguito a prolungate terapie antibiotiche.

L’anemia rimane comunque la più importante conseguenza dovuta alla acrenza di acido folico, che si manifesta con la presenza di elementi corpuscolati immaturi nel sangue.

Si tratta di eritrociti caratterizzati da maggiori dimensioni (anemia megaloblastica), più intensamente colorati e meno efficienti.

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